Tempo Scaduto – Parte 2

Faccio cadere anche lo stecchino delle olive, stavolta in maniera più diretta. Lo afferro e lo mando proprio sotto la mia sedia. 

-Ops, oggi mi cade tutto. – dico come se fosse un gioco.

Lui è ancora sotto al tavolo. Rimasto impietrito dalla visione della mia vagina pelosetta. Non se lo aspettava, Non se lo aspettano mai. A vedermi così sembro una persona tutta d’un pezzo, senza sbavature, che per spogliarmi bisogna sudare, e invece li spiazzo sempre subito lasciandogli vedere la mia fregna vogliosa e disponibile. Starà a loro, dopo, cercare di conquistarla e penetrarla prima di spruzzare tutto nelle mutande.

Carponi si avvicina, ora ha la testa fra le mie ginocchia, ma tituba. Non avanza. Apro ancora un po’ le gambe. La luce delle lampade avrà illuminato anche le grandi labbra rosa. Dà un’altra testata sotto al tavolo. Le noccioline nel piattino tremano eccitate come i passeggeri del vagone delle montagne russe. Stanca di aspettare infilo una mano sotto al tavolo, cerco la sua testa, gli stringo i capelli e mi infilo la sua faccia sulla fica. Serro le cosce. Anche se è perfettamente rasato sento le sue guance pungere sulla mia pelle, e questo mi fa eccitare, non riesce a respirare bene. Il suo alito caldo si espande sulla mia vagina e contraggo poco il bacino per resistere all’emozione. Mi mordo le labbra, chiudo gli occhi e assaporo dalla cannuccia ancora un po’ di spritz. E’ freddo, ghiacciato, mentre a trenta centimetri sotto al tavolo, la situazione è bollente. Lo sento bofonchiare qualcosa, e forse ha tirato fuori la lingua per leccarmela. Apro le cosce e lo libero prima che qualcuno possa vederci.

Sconvolto e spettinato, si rimette lentamente in piedi. Ha la faccia tutta rossa. Ora la sua intraprendenza e sicurezza è andata a farsi friggere. Sembra un tredicenne eccitato e sconvolto la prima volta che guarda un film porno.

Si mette a sedere. Il bozzo nei jeans è aumentato di volume notevolmente. Speriamo non si venga nelle mutande subito.

Si sistema i capelli, si siede composto e poi mi guarda in faccia. Non riesce a sostenere lo sguardo, quindi abbassa gli occhi, che finiscono nella mia scollatura. Diventa ancor più rosso e guarda di lato. Per terra, sul pavimento di legno nero cosumato, sul quale poco fa era inginocchiato.

– Tu, …tu fai sempre così …al primo appuntamento? – Mi chiede ostentando ancora un po’ di sicurezza che caratterizzava il suo modo di fare fino a poco fa. Peccato venga tradito dalla voce tremolante. E’ ancora più giovane di quanto immaginassi e di quanto possa avermi detto in chat.

– Non ti è piaciuto il trattamento? – gli dico maliziosa per provocarlo, tenendo le labbra poggiate sulla cannuccia.

– SI! …sì…certo…mi è…piaciuto…e pure tanto…ma …non mi aspettavo che succedesse così subito…. – poi si interrompe. Ha confessato così le sue aspettative. Ha accettato di incontrarmi solo per scopare. 

– Non corriamo, ragazzino. – Lo sfotto un po’. E’ così ingenuo che mi piace tenerlo sulle spine. Voglio fargli capire chi è che comanda qui. Chi ha il controllo.

– Hai già pensato a cosa faremo dopo? – gli chiedo. Voglio capire se ha pianificato tutto, compresa la scopata finale. E glielo chiedo direttamente. – Dai, lo so che hai fatto un programma, seppur nella tua testa. sentiamolo.-

Un po’ imbarazzato, sempre con le guance rosse, beve dalla sua cannuccia per rinfrescarsi, poi dice:

– Veramente no, non mi sono fatto programmi o pianificazioni. Quando hai accettato di uscire con me ho solo prenotato questo tavolo, è un locale che mi piace ma è sempre molto frequentato, e siccome ci tenevo a portarti qui, ho prenotato un tavolo per sicurezza. Tutto qui… per il resto non ho programmato nulla… – Sembra sincero. 

– Allora cosa vogliamo fare dopo? – Gli chiedo, un po’ delusa di non avere una scaletta dettagliata delle attività della serata.

– Bhe, non saprei… dopo potremmo fare una passeggiata, o se hai ancora fame andare a mangiare qualcosa, o sederci su una panchina a guardare le stelle e le luci della città. Cose così, cose tranquille.

– A guardare le stelle, addirittura. Sei un tipetto romantico tu… – Lo guardo, insicura se credere o no a quello che dice. Io mi aspettavo che volesse trivellarmi la fica come tutti gli altri, mentre questo ragazzino vuole stringermi fra le braccia su una panchina mentre guardiamo il cielo stellato.

– D’accordo… facciamo come dici tu, vediamo cosa esce fuori. – 

Pubblicato da sceneggiaturex

Raccolta di racconti grotteschi, bizzarri e al limite della decenza, che hanno tutte in comune il solito argomento..

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora